Il Pisanello, oltre ad essere il primo, è tra i più grandi medaglisti di tutti i tempi; nelle sue medaglie celebrò i signori delle corti italiane: Gianfrancesco e Ludovico Gonzaga, Leonello d'Este, Sigismondo Pandolfo e Novello Malatesta, Alfonso V d'Aragona.
I potenti della sua epoca furono ritratti di profilo al dritto, come nelle monete romane, mentre al rovescio venivano raffigurate scene allegoriche o figure simboliche evocative. Il tutto era correlato da motti, simboli e attributi vari, secondo un programma celebrativo colto, sintetico e mai retorico, che rese ogni esemplare un vero e proprio capolavoro.
Quel che è evidente è l'orgoglio artigianale del Pisanello, che apponeva la propria "firma" OPVS PISANI PICTORIS.
Le sue medaglie ebbero uno straordinario successo, grazie al connubio perfettamente calibrato tra idealizzazione e realismo.
Pisanello fu il primo e forse il più grande medaglista italiano, ma già prima della sua morte non furono pochi gli artisti eccellenti che seguirono le sue orme: le medaglie potevano essere riprodotte facilmente ed avevano acquisito una funzione simile a quella odierna delle fotografie; le persone benestanti ambivano a farsi fare ritratti di questo genere.
Il gusto delle medaglie si diffuse rapidamente ed è vivo ancora nei giorni nostri. Vengono coniate e prodotte per fusione medaglie sia per commemorare personaggi ed avvenimenti sia per ricordare i molteplici eventi dell'uomo.
Molte di esse hanno carattere di ufficialità e celebrano papi e sovrani, scienziati e uomini illustri, eventi e manifestazioni.
La grande importanza che le medaglie rivestono per lo storico moderno consta nell'aspetto iconografico e nella loro natura di ricordo di eventi pubblici.