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Il denario romano di epoca imperiale

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Il denario romano di epoca imperiale


Erede della moneta d'argento che Roma introdusse nel proprio sistema monetario in età repubblicana, il denario imperiale venne coniato riproducendo al dritto il ritratto dell'imperatore, corredato da una leggenda contenente i nomi ed i vari titoli e cariche ricoperte dall'augusto, sicchè è generalmente possibile datarlo precisamente o con un'approssimazione di qualche anno. Questa moneta restò l'elemento portante dell'economia romana sin dalla sua introduzione fino a quando finì di essere coniato nella metà del III secolo dopo Cristo. La sua purezza ed il suo peso andarono lentamente riducendosi in particolare in epoca imperiale; il fenomeno della svalutazione nell'economia romana era pervasivo e causato da una ampia serie di motivi, tra questi la carenza di metallo prezioso e lo scarso rigore delle finanze statali. Il denario, all'epoca della sua introduzione nel periodo repubblicano, conteneva argento quasi puro con un peso di circa 4,5 grammi. Questi valori rimasero abbastanza stabili durante tutta la repubblica, ad eccezione dei periodi bellici, come nei periodi delle guerre civili. Importantissima fu per la lunga vita di questa moneta la riforma monetaria di Augusto, la prima del periodo imperiale, che assegnava all'imperatore il controllo della coniazione delle monete in oro ed argento, mentre al senato restava la coniazione dei valori minori. Il denario rimase relativamente stabile fino alla nuova riforma di Nerone che nel 65 d.C. portò il denario a 1/96 di libbra (3,41 g), dando così nuova linfa alla dissestata economia romana. Alla fine della dinastia dei Flavi (Vespasiano, Tito, Domiziano), Domiziano riportò le monete ai valori della riforma di Augusto, mentre in seguito, Traiano reintrodusse i valori della riforma di Nerone. Un'ulteriore riforma si ebbe nel 215 per opera dell'imperatore Caracalla. Il denario, infatti, continuò la sua svalutazione riducendo il suo intrinseco di argento al 50%. Con la decadenza dell'impero anche l'argento di questa moneta continuò a diminuire fino ad arrivare nelle sue ultime coniazioni ad essere solo argentato. Il denario di epoca imperiale può forse dirsi la moneta dell'antichità più diffusa nel mondo antico. Infatti in epoca imperiale la moneta giunse notevolmente oltre le pur vaste frontiere dell'impero. Dall'Europa non romana all'Africa, dall'estremo Oriente fino ed oltre il Mar Nero, il denario portava l'immagine dell'imperatore romano oltre le frontiere. La moneta era dunque riconosciuta ed apprezzata anche dalle popolazioni non romane, che lo imitavano in proprie coniazioni locali.

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