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Victor-Emmanuel III

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Nato a Napoli l’11 novembre 1869, Vittorio Emanuele III, terzo Re d’Italia, saliva al trono il 29 luglio del 1900 a seguito dell’assassinio del padre, Umberto I, avvenuto a Monza. I primi anni del suo Regno sono considerati uno dei periodi migliori della storia italiana, sia economicamente, che socialmente. Giovane ed aperta al nuovo secolo, seppe intuire, in particolare, le capacità di uno statista quale fu Giovanni Giolitti che resse, di fatto, la presidenza del consiglio fin alla guerra mondiale. Favorevole all’entrata in guerra, il giorno stesso della dichiarazione di guerra all’Austria raggiunse il fronte dove rimase fino al termine del conflitto nominando Luogotenente del Regno il cugino, Duca di Genova. Dopo la disfatta di Caporetto, a Peschiera, convinse personalmente gli alleati, che volevano ritirarsi sul Po, della possibilità di resistere sulla linea del Piave. Già nel novembre del 1918, sconfitta l’Austria,  visitava Trieste e Trento, riunite all’Italia.
I tormentati anni del dopoguerra determinarono una gravissima crisi economica e politica che colpì tutta Europa e l’Italia in particolare, con scontri, manifestazioni e violenze di piazza. La classe politica italiana non seppe affrontare la crisi. Nell’ottobre del  1922 il Re è messo con le spalle al muro dalle dimissioni del Presidente del Consiglio, Facta, il cui governo era il 3° a cadere in 10 mesi. Per di più i vertici militari sconsigliavano di mette l’esercito alla prova in occasione della marcia su Roma. Caduta l’ipotesi di un governo Salandra-Mussolini, solo allora il Re conferì l’incarico a Mussolini, che varò un governo di colazione. Purtroppo il tentativo di mantenere il fascismo nell’ambito parlamentare naufragava, nel 1925, con l’instaurazione del Regime.
La sconfitta nella 2.a guerra mondiale spinse, finalmente, il Sovrano a porre fine alla dittatura. All’armistizio, l’8 settembre 1943, il Re ed il nuovo Presidente del Consiglio, lasciarono Roma per evitare la cattura da parte dei tedeschi, riuscendo a portarsi in Puglia, unico territorio ancora in mano all’amministrazione italiana.
Il 5 giugno 1944, nominato il figlio Umberto Luogotenente Generale del Regno, si  ritirava a vita privata a Napoli. Nel maggio 1946 abdicava al Trono e partiva per l’esilio in Egitto, donando al Popolo italiano la collezione di monete italiane (una delle maggiori del Mondo, inestimabile), che aveva creato in oltre 60 anni di studi e ricerche. Personalità complessa, ma uomo di enorme cultura, rappresenta tutt’oggi un punto di riferimento, con la sua opera “Corpus Nummorum Italicorum”, per la scienza numismatica non solo italiana. E’ sepolto ad Alessandria d’Egitto, dove morì nel 1947.
Franco Ceccarelli

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