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Victor-Emmanuel II

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Vittorio Emanuele II nasce a Firenze nel 1820, figlio primogenito di  Carlo Alberto di Savoia Carignano e da Maria Teresa d'Asburgo Lorena.
Divenuto Re il Padre, nel 1831, assume, come Erede al Trono, il titolo di  Duca di Savoia.
Nel 1848/49 partecipa attivamente alla sfortunata prima guerra d'Indipendenza contro l'Austria, a seguito della quale lo sconfitto Carlo Alberto abdica, partendo per l'esilio in Portogallo. Il nuovo Re, giovanissimo, pur nel momento politicamente assai difficile, rifiuta di revocare la Costituzione concessa dal Padre solo un anno prima, nonostante le pressioni degli austriaci vincitori. Con tale gesto  si conquista le simpatie di tutti coloro che, in ogni parte d'Italia, già allora vagheggiavano l'indipendenza della Penisola ed entrando, a pieno titolo, con Cavour, Garibaldi e Mazzini, nel novero di coloro che debbono essere  considerati, ad ogni effetto, ieri come oggi,  i "Padri della Patria" Italiana.
Nel 1852, affidando il governo al Cavour, compì un'altra delle scelte felici del suo regno, iniziando una collaborazione che, tra alti e bassi, si sarebbe conclusa solo con la morte dello statista piemontese nel 1861. Nel 1859 sostenne, indirettamente, la spedizione dei Mille di Garibaldi e seppe riportare nell'ambito del costituzionalismo monarchico anche molti mazziniani.
Il 17 marzo 1861 il Parlamento, proclamando la nascita del regno d'Italia, lo designò primo Re del nuovo Stato Unitario.
Nel 1865 dovette subire, per motivi politici, il trasferimento della capitale dalla sua amata Torino a Firenze, dove però rimase solo per pochi anni riuscendo, nel 1870, a rendere Roma la capitale definitiva del nuovo Stato, avendo il coraggio, a seguito di ciò, di affrontare gli strali del governo pontificio che lo scomunicò.
Fu un uomo dal complesso carattere che ebbe, però, l'intelligenza di guidare con capacità il passaggio dal regime autocratico a quello costituzionale. Nel 1878 affidò il governo al Depretis,  affidando con ciò il potere alla sinistra.
Trasferitosi a Roma ufficialmente solo nel luglio del 1871, alloggiò al Quirinale dove, da uomo dai gusti assolutamente semplici quale era, volle vivere in una stanza al piano terra priva, per sua scelta, di ogni comodità. Qui  morì il 9 gennaio 1878, ancora giovane, a seguito di una broncopolmonite, assistito dal figlio ed erede Umberto, Principe di Piemonte,  e dalla seconda moglie morganatica.
Per volontà popolare venne inumato nel Pantheon di Roma che, da allora, divenne il sacello ufficiale dei Re dell'Italia unita.
Franco Ceccarelli

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