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Il 4 giugno 1944 le truppe americane giungevano a Roma, prima Capitale europea ad essere liberata dai tedeschi, e già il giorno successivo il Re Vittorio Emanuele III, come da accordi con il Governo,  delegava i suoi poteri costituzionali al figlio Umberto, Principe di Piemonte, nominandolo, con R. D. 140/44 del 5 giugno 1944, Luogotenente Generale dl Regno. La luogotenenza era strumento costituzionale, previsto nello Statuto Albertino, già utilizzato da Vittorio Emanuele III allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, allorché egli lasciò Roma per il fronte, nominando Luogotenente il cugino Tommaso di Savoia, Duca di Genova dal 1915 al 1918.

La luogotenenza di Umberto fu un periodo assai travagliato della storia italiana, anche se nei due anni che questa durò vennero avviate alcune  riforme fondamentali per il futuro sviluppo democratico del Paese. Già con il Decreto Luogotenenziale 151/44 del 25 giugno 1944, veniva infatti stabilito che il futuro assetto istituzionale sarebbe stato deciso, a guerra terminata, dal Popolo. Nel 1945, veniva esteso il diritto di voto alle donne e con il Decreto 98/46 venivano stabilite le norme del futuro referendum istituzionale.
Negli ultimi mesi di guerra, man mano che sempre più ampie porzioni di Territorio Nazionale  venivano dagli alleati restituite all'amministrazione italiana, la Luogotenenza mantenne ogni azione politica nell'ambito del più rigido rispetto della prassi costituzionale cercando, in ogni modo, di sopire le passioni politiche e contrastando gli estremismi di ogni colore.  Il 9 maggio del 1946, con la definitiva abdicazione del Re Vittorio Emanuele III, il Luogotenente ascendeva, anche  formalmente, al Trono d'Italia con il nome di Umberto II. Vi sarebbe rimasto fino al successivo 13 giugno, data in cui, a seguito del contestato referendum istituzionale del 2 giugno, lasciò l'Italia per esilio in Portogallo, dove morì nel 1983.
Come il Padre, anche Umberto fu appassionato numismatico e collezionista, in particolare, di medaglie legate alla sua Dinastia. Alla sua morte l'importante raccolta che aveva costituto fin dalla giovane età venne, per sua volontà, donata allo Stato italiano, a completamento della immensa Collezione Reale donata dal Padre nel 1946. Volle però che il lascito fosse consegnata ancor prima della sua morte con impegno, però,  che il gesto fosse reso noto solo dopo il suo decesso.
Franco Ceccarelli

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